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INTER, Alvarez: "Ready to get stuck in again"

Ricardo Alvarez is back, ready to take to the pitch again and help the Inter cause as soon as possible. “We’re about to start again and then it will be non-stop until Christmas,” the midfielder told Inter Channel. “We all have to be ready to do our bit because with all the games we have coming up you never know who will play and who will be rested. We have to be constantly on our toes because your chance can come at any time.”

The first obstacle is Catania, a side Inter need to be careful of. Alvarez continued: “They’re in good form but we’re high on confidence and we’ve started to click as a team. We have to keep it up, we can’t relax. It’s a long season and we have to be prepared to play every game as we have done until now. Personally I feel good. You’re waiting to see me again? Me too.”


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Mazzone: "Se Guardiola torna in Italia sarà per Milan o Inter"

In esclusiva per MilanNews.it Carlo Mazzone ci racconta di Pep Guardiola, che l’ex tecnico ha allenato a Brescia e ci dice la sua sull’eventuale approdo del catalano in rossonero.
Carlo Mazzone, le ipotesi su Guardiola stanno aumentando in questi giorni. In un’intervista Lei dice che Guardiola può venire a Milano. E non come turista.
“Precisiamo, non me l’ha detto lui. Semplicemente leggo i giornali e avevo trovato una sua dichiarazione dove diceva che sarebbe prima o poi tornato in Italia perché ci è stato bene e ha amicizie. Se torna davvero è chiaro che sarà per allenare una squadra di grande potenzialità tecnica, con obiettivi importanti”.
Guardiola a riguardo le ha mai detto qualcosa?
“Mai. Intendiamoci, non ci parlo tutti i giorni: auguri al mio compleanno, al suo compleanno o altre ricorrenze. Ma con Pep si parla di tutto tranne che di calcio. Al massimo gli dicevo: bravo, vai forte, mi raccomando però di mantenere i piedi per terra. E poi passavamo a parlare d’altro. Siamo legati da un’affettuosa amicizia ma non è che lui mi faccia confidenze, né io mi permetto di entrare nelle sue questioni”.
Un allenatore reduce dal campionato spagnolo lo vede bene in Italia?
“Sì, certo. E sarei felicissimo se Pep tornasse in Italia. Dove può andare? Milan o Inter, non è che ci sia vastissima scelta. In Spagna ha fatto il suo tempo e penso che possa venire. Poi, non so se fra un giorno, un anno o 5 anni”.
Nel Milan attuale può starci Guardiola? O ci sarebbe da cambiare totalmente assetto e uomini?
“C’è da cambiare senz’altro, perché ci devono essere giocatori con le caratteristiche del modo di giocare Guardiola e non mi riferisco solo al modulo. Se giochi per possesso palla all’infinito e per la profondità ci vogliono piedi buoni perché, non dimentichiamocelo, sono sempre i giocatori che attraverso un modulo vincono”.
Il calcio italiano può permettersi Guardiola con la crisi che c’è?
“È chiaro che il Milan sia in una situazione particolare a livello finanziario ma i problema non è l’ingaggio di Guardiola quanto le richieste tecniche che avanzerebbe. In ogni caso da quel che ho letto Guardiola resta fermo un anno, rimane fuori dal calcio e ricordiamoci che prima di essere allenatore è anche padre di famiglia e avrà altre necessità. Non sottovalutiamo queste componenti”.
Ha mai dato consigli a Guardiola all’inizio della sua carriera? O lo stesso Guardiola ne ha chiesti a Lei?
“No, assolutamente. La carriera è sua, non mi ha chiesto consigli né io mi sono permesso di intromettermi. Posso dire che Pep è un ragazzo di una serietà pazzesca,  a volte troppa. Per raccontare un aneddoto: mi ricordo che a Brescia a un certo punto vedevo che non parlava mai e gli faccio: “Ahò, ma te vuoi stare zitto?” E lui: “Ma come, non ho detto niente!”. E io: “Appunto, ti prendo in giro. Non mi dici niente? Non hai osservazioni da fare?”. E lui mi diceva che era così, non contestava, apprendeva e basta. Ripeto: un ragazzo di grande serietà e serenità. Non ha bisogno che gli faccia da consigliere”.


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Inter, Samuel: "Rigore su Robinho? Tanti contatti così in partita"

Samuel commenta ai microfoni di Sky il risultato del derby di Milano deciso proprio da una sua zuccata dopo pochi minuti di gioco: “Sono contento che oggi abbiamo vinto anche per la classifica. Il derby è una partita sentita dal gruppo e volevamo dimostrare di poter fare una grande gara. Abbiamo avuto sempre fiducia nei nostri mezzi, dobbiamo continuare così con questa mentalità. Il rigore? Pazzini ha fatto una gran giocata, io ho sentito il contatto con Robinho ma di questi contatti in partita ce ne sono tanti, ma giudicate voi. Io ho cercato di non farlo calciare troppo facilmente ma il passaggio di Pazzini è stata una grande giocata che mi ha sorpreso. Nel secondo tempo abbiamo giocato a quattro che per noi è più facile per la nostra esperienza, bravo anche Juan ad adattarsi a sinistra. Scudetto? E’ troppo presto, la Juve sta andando fortissimo, lavoreremo per giocarsi qualcosa alla fine del campionato”.


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Inter, Stramaccioni: "Guarìn? Non è sovrappeso, ha massa muscolare"

Stamani ai microfoni di Radio Rai Uno, nel corso del programma Radio Anch’io Sport, è intervenuto il tecnico dell’Inter, Andrea Stamaccioni, per commentare la vittoria nel derby di ieri sera.
“Abbiamo intrapreso il cammino ideale. C’è ancora molto da lavorare però siamo sulla strada giusta. L’empatia con la squadra e coi tifosi? Quando lavori in un club del genere l’empatia è fondamentale”.
Guarìn: “E’ molto importante, un investimento azzeccato dalla società, un interno di grande forza e qualità. Non è sovrappeso, ma ha una massa muscolare impressionante che lo può far apparire un po’ macchinoso. L’importanza del lavoro dei due esterni? E’ fondamentale perché fanno tutte e due le fasi. In questo l’Inter ha i lineamenti giusti, perché giocatori come Zanetti, Nagatomo e Pereira sanno sia fare copertura che proporsi”.
Sulla gestire lo spogliatoio nonostante la giovane età: “L’idea che mi è venuta è stata quella di essere me stesso con i ragazzi perché poi la mia autorità sarebbe stata riconosciuta sul campo. I giocatori mi hanno aiutato tantissimo”.
Ranocchia: “C’è tutto di suo. Quest’anno ha mandato in campo il fratello bravo”.


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Under21, Mangia convoca 24 giocatori. Novità Bianchetti

Ci sono anche Lorenzo Insigne e Fabio Borini tra i 24 convocati per la doppia sfida dell’Under 21 con la Svezia nei play off che danno accesso alla fase finale dei Campionati Europei in programma a giugno in Israele. Il giocatore del Napoli torna a vestire la maglia azzurra dopo il debutto con la Nazionale maggiore nell’ultima gara delle qualificazioni al Mondiale con Malta, mentre Borini torna a disposizione di Devis Mangia dopo aver fatto parte della spedizione ai Campionati Europei di Polonia e Ucraina. Prima convocazione con l’Under 21 per il difensore dell’Inter Matteo Bianchetti.
La Nazionale, che si radunerà domani a Francavilla al Mare (Ch), scenderà in campo venerdì 12 ottobre alle 21 allo stadio Adriatico di Pescara per la gara di andata con la Svezia. La gara di ritorno si disputerà martedì 16 ottobre alle 18 presso la ‘Guldfageln Arena’ di Kalmar.
Questo l’elenco dei convocati
Portieri: Francesco Bardi (Novara), Simone Colombi (Modena), Mattia Perin (Pescara);
Difensori: Matteo Bianchetti (Inter), Luca Caldirola (Cesena), Marco Capuano (Pescara), Mattia De Sciglio (Milan), Giulio Donati (Grosseto), Paolo Frascatore (Sassuolo), Simone Romagnoli (Pescara), Mario Sampirisi (Genoa);
Centrocampisti: Marco Crimi (Grosseto), Alessandro Florenzi (Roma), Lorenzo Insigne (Napoli), Luca Marrone (Juventus), Fausto Rossi (Brescia), Jacopo Sala (Amburgo), Riccardo Saponara (Empoli), Federico Viviani (Padova);
Attaccanti: Fabio Borini (Liverpool), Giuseppe De Luca (Atalanta), Manolo Gabbiadini (Bologna), Ciro Immobile (Genoa), Samuele Longo (Espanyol).


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Zanetti: «Mi piacerebbe poter decidere il derby»

ROMA – “Contro la Fiorentina è arrivata la prima vittoria in casa, ci voleva, per dare continuità e dare una risposta, la giusta risposta, contro una grande squadra“. Così il capitano dell’Inter, Javier Zanetti, ai microfoni di Sky Sport 24. Zanetti si è poi soffermato sulla scelta di Andrea Stramaccioni della difesa a tre: “Abbiamo parlato con il mister del fatto che per le nostre caratteristiche la difesa a tre poteva essere una soluzione e così è stato, come si è visto in queste ultime due partite, in cui la squadra ha fatto bene”. 
EUROPA E DERBY – L’attenzione converge poi sull’Europa League, a proposito della quale Zanetti commenta che “è ovvio che la trasferta a Baku ci può togliere energie ma è importante, vogliamo vincere e poi, solo poi, prepareremo il Milan. La squadra favorita per questo derby? È una grande sfida senza favoriti. Quello che però posso dire è che stiamo bene e stiamo costruendo una squadra che duri a lungo e vinca tanto. Vincere il derby ovviamente darebbe maggiore consapevolezza. Se penso al fatto che potrebbe essere uno dei miei ultimi derby? Non ci penso, mi godo il momento. Se mi piacerebbe decidere il derby? Questo è il sogno di tutti…”, sorride. 

JUVE E CASSANO
 – Un occhio poi alla classifica: “Juventus e Napoli stanno facendo bene e noi facciamo di tutto per stare attaccati alla vetta, sperando in un loro passo falso”. Infine, chiusura su Antonio Cassano, “un grandissimo campione. Qui si trova in famiglia e insieme lavoriamo per raggiungere tanti successi”.


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A 6 giorni dal derby milanese non si registra la consueta corsa al biglietto. Lo sottolinea l’ad del Milan Adriano Galliani, invitando i tifosi a andare allo stadio. ‘Sara’ la recessione, la crisi o il calo dei risultati di Inter e Milan ma – ha spiegato Galliani – per la prima volta da 26 anni va a rilento la vendita dei biglietti per il derby, gia’ aperta ai tifosi di entrambe le squadre. Faccio un appello ai tifosi perche’ vengano allo stadio. Manca una settimana, vedremo come va’.

Derby Milano,vendita biglietti a rilento


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Inter, Moratti gongola: "Coi viola il primo tempo poteva finire 4-1"

“Con la Fiorentina è stata la miglior partita della stagione. Abbiamo sbagliato tanto, il primo tempo poteva finire anche 4-1”. Così Massimo Moratti, presidente dell’Inter, nelle dichiarazioni riportate pochi istanti fa da Sky Sport 24. “Loro son stati prudenti, attenti, ma dovevamo giocare così e nel secondo tempo potevamo fare un gol in più. La gara di Baku? Sarebbe stata meglio in un altro momento, non prima del derby, ma dobbiamo andarci…”.


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Inter-Fiorentina 2-1: San Siro non è più un tabù

MILANO – L’Inter sfata il tabù San Siro battendo 2-1 la Fiorentina con i gol di Milito e Cassano e vola al terzo posto in classifica, a quota dodici con la Lazio, -4 dalla vetta occupata da Juve e Napoli. La prima vittoria in casa arriva nel momento migliore, alla vigilia del derby di domenica prossima. Stramaccioni si affida a Coutinho in attacco, con Cassano e Milito. Montella ovviamente punta su Jovetic, con Ljajic accanto preferito a Mati Fernandez, almeno all’inizio. La Fiorentina, in grado di fermare la Juventus sullo 0-0 domenica scorsa con una grande prova al Franchi, non vuole sfigurare nemmeno a San Siro e ci riesce nonostante la sconfitta. I viola giocano un bel calcio e se la giocano fino alla fine, anche se concedono un po’ troppo in difesa. 
PRIMO TEMPO – La partita è bella sin dall’inizio. L’Inter è messa bene in campo e molto determinata. Il vantaggio arriva su rigore per un fallo ingenuo di Rodriguez, che alza il braccio e intercetta con la mano un cross al centro di Zanetti. Milito non sbaglia davanti ad Handanovic. La Fiorentina reagisce subito ma in difesa lascia troppi spazi ai nerazzurri. Milito prima colpisce una traversa clamorosa, poi si divora il raddoppio tutto solo davanti ad Handanovic. Passano pochi minuti e ci pensa Cassano a segnare il 2-0, alla fine di un contropiede orchestrato in maniera perfetta. Potrebbe essere il colpo del ko per i viola che invece continuano a giocare con spavalderia, e a concedere molto in difesa. Milito si mangia un altro gol. L’inisistenza dellla Fiorentina viene premiata al 40′, con il gol di Romulo, pescato al centro dell’area da Pizarro, che stacca di testa e riapre la partita.
SECONDO TEMPO – Nella ripresa Montella toglie Ljaic e decide di puntare su Fernandez e l’ex dello Sporting ripaga la fiducia entrando subito alla grande in partita. Dopo un minuto viene fermato con le cattive da Samuel, dopo avergli fatto un tunnel, al limite dell’area. A complicare la vita a Montella ci pensa Rodriguez che, non contento di aver concesso il rigore nel primo tempo, si fa espellere al 63′ per un fallo inutile su Nagatomo che era defilato e non poteva fare nulla. La Fiorentina, nonostante tutto, continua a spingere con Pizarro che orchestra alla grande in mezzo al campo. Saltano un po’ gli schemi, con gli attaccanti dell’Inter che non rientrano e le squadre lunghissime. Ne gode lo spettacolo, con continui capovolgimenti di fronte e i nerazzurri che tengono la partita aperta sprecando diversi contropiedi. Al 70′ Montella si gioca il tutto per tutto, gettando nella mischia Toni al posto di Cuadrado. L’Inter ha un’altra grandissima occasione per chiudere il match al 74′ ma stavolta è Viviano a dire di no con un miracolo sul colpo di Ranocchia a botta sicura. La Fiorentina spinge fino alla fine, Stramaccioni si copre inserendo Guarin per Milito e gestisce il risultato. I nerazzurri, dopo una bella battaglia con una delle squadre più in forma del campionato, si portano a casa tre punti importanti per il morale e la classifica. Dopo cinque partite amare tra campionato ed Europa League l’Inter torna a far festa a San Siro e torna anche a candidarsi come una delle pretendenti per lo scudetto.


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In testa Napoli e Juve. La Lazio vince ed è terza

ROMA – Il Napoli risponde alla Juventus e va a vincere nella tana della Sampdoria, costringendo i doriani dell’ex Ferrara alla prima sconfitta in campionato e mandando un chiaro messaggio ai bianconeri: per il campionato sarà battaglia fino all’ultimo punto. Ne approfitta la Lazio che dopo due sconfitte torna a vincere battendo il Siena e scavalca proprio i blucerchiati, salendo al terzo posto. In classifica salto in alto del Torino, che rifila una clamorosa cinquina a domicilio all’Atalanta, e del Pescara che firma l’altro blitz esterno di giornata in casa del Cagliari. Due bomber in copertina: Fabrizio Miccoli e la sua fantastica tripletta che fa risorgere il Palermo, Alberto Gilardino e la sua seconda doppietta in campionato nel poker del Bologna a un irriconoscibile Catania. 

SAMP-NAPOLI 0-1 (22′ st Cavani (r)) 
Tre punti pesantissimi del Napoli, una vittoria che conferma gli altissimi obiettivi della società di De Laurentiis con una dimostrazione di forza e tenacia tipica della grande squadra. Una partita nervosissima nel primo tempo, una vera battaglia: una gomitata a Behrami (che rientra da gladiatore con la testa fasciata), un colpo di testa di Gastaldello e uno mancato di Gamberini, un sinistro di Soriano, gialli che piovono copiosi ed un’espulsione pesante, quella di Mazzarri che esplode all’ennesimo fallo di Obiang (ammonito nell’occasione, graziato più volte) e viene allontanato dal direttore di gara. Nella ripresa il nervosismo resta ma il Napoli cerca con più insistenza la vittoria e la trova dopo l’ingresso di Insigne che rileva Pandev. Al 21′ una grande giocata di Hamsik manda in tilt Gastaldello che sgambetta lo slovacco sulla riga dell’area di rigore. Penalty ineccepibile che Cavani non fallisce nonostante l’intuizione di Romero. Settimo centro per il Matador che mantiene lo scettro di capocannoniere e riporta i partenopei in testa al campionato, riagganciando la Juventus (e il primo scontro diretto sarà a Torino, in programma il 21 ottobre dopo la sosta). Primo ko per Ferrara, dopo tre vittorie e due pareggi.

LAZIO-SIENA 2-1  (18′ Ederson, 38′ Ledesma (r), 91′ Paci)Napoli è alle spalle, la Lazio riprende la sua corsa piegando il Siena. Dopo un mezzo miracolo di Marchetti su Calaiò (e una trattenuta evidente di Dias sull’attaccante) arriva il vantaggio biancoceleste: Ederson, alla prima da titolare, svetta di testa su corner di Candreva per il suo primo gol in maglia Lazio. Lazio che protesta infuriata al 26′ quando Mauri anticipa Pegolo e viene steso dal portiere dei toscani al limite dell’area, sarebbe punizione e cartellino rosso per l’estremo difensore ma Russo inspiegabilmente lascia proseguire. Ma dieci minuti più tardi Vergassola sbaglia un retropassaggio e Klose è lesto ad anticipare Pegolo e a cercare il contatto: stavolta arriva il fischio arbitrale, la massima punizione e la trasformazione di Ledesma, rigorista sostituto di Hernanes. Russo continua la sua giornata disastrosa ammonendo Calaiò per simulazione ma l’attaccante aveva subito il fallo di Gonzalez in area, sarebbe stato penalty anche per i toscani. Nel recupero il gol della bandiera di Paci non cambia nulla se non il tabellino: Lazio terza in classifica, a quattro punti dalla coppia di testa. 

PALERMO-CHIEVO 4-1 (13′ Miccoli, 28′ Rigoni M., 15′ st Miccoli, 35′ st Giorgi, 37′ st Miccoli)I problemi del Palermo? Basta rimettere titolare Miccoli. Con Gasperini il Romario del Salento torna dall’inizio e premia il tecnico con una tripletta da urlo nel poker rosanero al Chievo. L’attaccante apre i giochi con una splendida punizione al 13′ che piega le mani a Sorrentino. Il pari veronese arriva in maniera rocambolesca, con un calcio d’angolo battuto tagliato da Rigoni che finisce in rete passando tra un nugolo di gambe sorprendendo tutti. Nella ripresa il raddoppio rosanero ancora con il suo capitano che si inventa un doppio dribbling dal limite prima di superare Sorrentino con un rasoterra decisivo. Brienza però finisce anzitempo la sua partita, doppia ammonizione e siciliani in 10 per l’ultima mezz’ora. Ma non è un problema per una squadra che ha un numero 10 irresistibile: azione fantastica dalla bandierina con Cofie scherzato, conclusione addosso a Sorrentino e tap in vincente di Giorgi per il 3-1. Ma non basta, perché una palla volante a ridosso del cerchio del centrocampo viene trasformata dal bomber tascabile in una conclusione al volo meravigliosa che si va ad infilare in rete da cinquanta metri superando un esterrefatto Sorrentino. Un capolavoro balistico incastonato in una partita eccezionale, con la standing ovation del Barbera per il suo simbolo che si porta il pallone a casa e porta il Palermo fuori dalle ultime posizioni. 

BOLOGNA-CATANIA 3-0 (19′ Guarente, 40′ Gilardino, 17′ st Gilardino, 50′ st Kone)Gran sinistro al volo ad incrociare del centrocampista per sbloccare la partita, il raddoppio porta la firma dell’attaccante che a Bologna ha ritrovato una seconda giovinezza. Reazione siciliana che si ferma al palo di Capuano. Agliardi decisivo nella ripresa su un sinistro potente di Lodi, mentre Gilardino prima fallisce l’occasione del tris sparando addosso a Andujar, poi non fallisce il colpo di testa sull’angolo seguente firmando la seconda doppietta in campionato dopo quella alla Roma e salendo a cinque centri stagionali, secondo solo a Cavani. Nell’ultimo dei cinque di recupero, gloria anche per il centrocampista greco che firma il poker.

ATALANTA-TORINO (28′ Denis, 38′ Bianchi (r), 16′ st Gazzi, 21′ st Stevanovic, 27′ st D’Ambrosio, 31′ st Bianchi)Clamorosa debacle interna dei nerazzurri che sfiorano il vantaggio con una gran punizione di Cigarini al 26′ che si infrange sulla traversa. Due minuti dopo l’1-0, con la prima rete in campionato di Denis che si sblocca finalizzando una palla rimessa in area sugli sviluppi di un angolo. Il pari granata arriva dal dischetto, per un fallo di mani di in piena area. L’ex Bianchi non sbaglia e spiazza Consigli. Nel finale di tempo ancora il Tanque protagonista con una bomba su punizione che va a incocciare sull’incrocio dei pali. Il Toro rischia di capitolare ad inizio ripresa quando D’Ambrosio serve incredibilmente Bonaventura che tutto solo davanti al portiere calcia a lato, mentre sono i granata a passare in vantaggio al 16′ con un colpo di testa incredibile del centrocampista che spalle alla porta di testa manda il pallone all’incrocio opposto. Il gol del 2-1 manda in tilt i bergamaschi e la squadra di Ventura ne approfitta: tris con un gran sinistro al volo di Stevanovic su assist di Cerci, poker con D’Ambrosio che di testa infila Consigli e cinquina firmata ancora Bianchi che torna a firmare una doppietta nella massima serie. 

CAGLIARI-PESCARA (5′ st Terlizzi, 31′ st Weiss, 38′ st Pinilla (r)) Nel primo tempo poco da segnalare: Un Sau titolare ma deludente, un Pinilla vicinissimo al gol nel finale, mentre Stroppa è costretto a rinunciare a Quintero dopo una mezz’ora per un problema muscolare, sostituendolo con Weiss, già matchwinner col Palermo. Al 5′ della ripresa il vantaggio degli ospiti con un sinistro su punizione del difensore deviato due volte che spiazza il portiere sardo. Per il Cagliari piove sul bagnato cinque minuti dopo, con il secondo giallo a Rossettini (fallo su Weiss, scatenato) che lascia gli isolani in 10. E proprio Weiss mette la firma sulla partita alla mezz’ora con il destro a fil di palo che sigilla il raddoppio. Nel finale il fallo di mano in area di Terlizzi sulla conclusione di Nainggolan porta al rigore e alla trasformazione di Pinilla che rende il passivo meno pesante alla squadra di Ficcadenti (contestatissimo) ma non riesce ad evitare la sconfitta. Cagliari ultimo in classifica insieme al Siena (che però partiva da -4) e unica squadra insieme al Chievo a non aver ancora vinto una partita.