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Barcellona, che spavento Poi Messi castiga lo Spartak

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Messi e Tello festeggiano dopo il gol del 2-2. Reuters
Messi e Tello festeggiano dopo il gol del 2-2.  

Tutto come previsto al Camp Nou. Calma però. Sì, il Barcellona batte lo Spartak Mosca 3-2 e parte in Champions con quella vittoria di cui tutti accreditavano i blaugrana. Quello che non ci si aspettava è stata la trama della partita, coi russi che si portano sul 2-1 prima di subire l’inondazione catalana. Verdetto sacrosanto, lo diciamo subito. Perché Unai Emery sa benissimo che contro il Barcellona devi chiuderti e sperare che gli episodi ti sorridano. Ma non basta: i russi sono una discreta squadra, ben messa in campo e rinforzata da qualche buon giocatore come Kallstrom, ma c’è troppa differenza in campo. I blaugrana tuttavia devono riflettere: rispetto all’era Guardiola notiamo che non sempre la palla viene riconquistata con la stessa facilità. E soprattutto la difesa, per quanto rimaneggiata, concede gol francamente inaccettabili. VAI TELLO — Vilanova, senza Iniesta, Puyol e Jordi Alba, affianca Tello a Pedro e Messi. E dopo 10′ deve rinunciare a Piqué (contusione a un piede, fuori 2-3 settimane), sostituito, anche nel ruolo di centrale, dal camerunese Song. E proprio l’ex Arsenal dimostrerà di essere ancora lontano dall’evoluzione del compagno di reparto Mascherano, diventato centrale affidabile dopo una vita da mediano. I russi non provano neppure a fare match pari. E allora via di 4-5-1, con l’unica punta (Emenike) veloce e un paio di centrocampisti (Ari e Romulo) bravi a buttarsi negli spazi. SUPER TELLO — Sembra la solita partita del Barça, dove devi solo aspettare il primo gol e preparare il pallottoliere. Dopo un errore di Tello, messo in porta da Messi, è proprio l’attaccante classe ’91 a sbloccarla. Controllo e finta a rientrare sul destro ai danni del mediocre Kyril Kombarov e gran destro nell’angolino da fuori area. Gran gol di un giocatore in cui il Pep credeva tantissimo, ma che non segnava dal 20 marzo contro il Granada. TROPPO FACILE — Ti aspetti il solito copione, anche perché i russi non cambiano atteggiamento. Invece no, perché dietro a Barcellona si balla che è un piacere. Non che lo Spartak metta mai il naso fuori dalla sua metacampo, ma appena lo fa trova il pari, aiutato da tre errori individuali dell’improvvisata linea a quattro di Vilanova. Emenike va via a Mascherano e mette in mezzo un cross basso su cui Song buca clamorosamente. E Dani Alves nel tentativo di rimediare infila Valdes. Troppa grazia, pensa Unai Emery. CON CALMA, TROPPA — La reazione del Barcellona c’è, ma l’impressione che danno i catalani anche nel linguaggio del corpo è del tipo “ok, non c’è fretta, tanto prima o poi segnamo”. Così i blaugrana ruminano calcio, coi russi a difendere il fortino e a tirare qualche pedata di troppo. Si va al riposo e la musica non cambia nella ripresa. Dopo 14′ ecco l’imponderabile: dopo una gran parata di Dykan su Messi, il contropiede dello Spartak è perfetto, con Ari a McGeady e la palla di quest’ultimo in area per Romulo. Anche qui però ci vuole la collaborazione della difesa del Barcellona per fare male. Adriano, il meno colpevole nel pasticcio dell’1-1, va a vuoto in area sul brasiliano, che fredda Valdes. Clamoroso 2-1. CHI CI PENSA — Tutto molto strano, anche se la sensazione è quella che il Barcellona farà un gran finale e se la caverà. Vilanova mette dentro Sanchez per Dani Alves. Tello è una spina nel fianco. Fa sempre la finta di andare sul centro e poi va sul fondo. Peccato che non lo prendano mai. E il 2-2 nasce così: McGeady si fa saltare come un birillo e l’assist di Tello per Messi vale un facile pari. Mancano 18′, coi russi che nei successivi 7′, fino al momento di subire il 3-2, non escono neppure dalla loro trequarti. Il Barça alza l’intensità e schiaccia i russi, fino alla pennellata di Sanchez per Messi, lasciato colpevolmente libero di saltare di testa e di fare 3-2. Giusto così. E paura passata.

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