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FREDIANI AZZANNA IL NAPOLI

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IL ROMANISTA (B. DEVECCHI) – Che è felice lo capisci dallo sguardo con cui si presenta davanti alle telecamere di Roma Channel. Che avrebbe voglia di gridare tutta la sua gioia lo capisci dal sorriso che peròMarco Frediani cerca di celare per far vedere che a 18 anni ha già la maturità di dire: «La strada è ancora lunga». Già, una strada lunga. Da percorrere, lui che a 18 anni compiuti a marzo (proprio nel giorno in cui ha esordito in Under18) è uno dei più esperti della Primavera, insieme a un gruppo di ragazzi radicalmente cambiato rispetto alla scorsa stagione: «È vero – ammette – io, Ricci ma anche Ferrante, Somma e Bumba siamo un po’ più esperti rispetto agli altri. Ma l’importante è lavorare tutti insieme, allenarci bene come stiamo facendo. Siamo un ottimo gruppo, dobbiamo continuare così».
Al secondo anno di Primavera, Frediani racconta la vittoria in Supercoppa che lo ha visto protagonista: assist per il primo gol, seconda rete e non solo: «C’è anche l’espulsione… Io spero che Mbaye non l’abbia fatto apposta. Mi ha dato una manata che mi ha creato qualche problema al naso e mi piace pensare che sia stato casuale. Per il resto ho giocato bene ma conta la squadra, l’importante è fare bene per il gruppo». Parole da giocatore navigato, parole da giocatore che presto potrebbe anche ritrovarsi a lavorare con Zeman.
Lui non ci pensa e piuttosto si sofferma sul campionato che attende la Primavera: «Siamo partiti male – spiega – ma la sconfitta col Napoli ci ha dato una bella carica. Ci siamo ripresi prima in campionato e poi soprattutto contro l’Inter. Abbiamo portato a casa il primo trofeo di questo gruppo e siamo felicissimi». Il pensiero corre al gruppo dei ’92- ’93 che vincendo la scorsa stagione la Coppa Italia ha permesso a loro di giocare la Supercoppa:«Il merito è loro, sicuramente gli dedichiamo questa vittoria». Un successo festeggiato ampiamente negli spogliatoi: «Sì, c’era tanto entusiasmo. Ma solo per una notte». Adesso si ricomincia a correre, sudare e lavorare. Per far sì che quella di Busto Arsizio sia solo la prima di tante serate da ricordare.

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